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Cicci  Arteologo Borghi

Stand By Me

“È la fotografia bellezza e tu non ci puoi fare niente, niente” - dico parafrasando Humphrey Bogart, nel film Dead Line - Usa, nel 1952. BIP. É stata sostituita la parola stampa con la parola fotografia. BIP - BIP “il messaggio è stato inoltrato sulla linea dell’utente desiderato”. Fotografia in corso d’opera.Fotografia che salva il cuore, il corpo e l’anima mia che è l’anima del corpo fotografato. Corpo umano o corpo di fabbrica. In media stat virtus - recitavano gli antichi. Ora, muta in: in media stat virus.Anche la fotografia può essere virale, epidemica e pandemica. La fotografia allena a posizionarsi in posture adatte alla percezione e alla ricezione. Homo homini virus. Mi affaccio sulla soglia di queste immagini in mostra, appese a una parete virtuale. Spazi, ambienti, luoghi e prospettive con o senza figure. Mi ritrovo a casa, nei luoghi e negli ambienti descritti da Philip Dick in Ma gli androidi sognano pecore elettriche?! In quella storia distopica, la polvere ricopriva ogni cosa e ogni cosa diventava palta capace di deteriorare la materia: strade, edifici, monumenti e appartamenti. Nel film Blade runner non faceva altro che piovere sugli umani e sugli androidi. I paesaggi si trasformavano in pantani di fango. Duemilaventi - 2020 - double twenty. In questi tempi, i venti non sono più di maestrale o di scirocco, di libeccio o di grecale ma spirano venti virulenti. Portami a casa. Tienimi a casa. Restiamo a casa. Gli oggetti intorno ci guardano e se la ridono, sotto i baffi. Anche loro si ritrovano rinchiusi tra le quattro mura domestiche ma non soffrono. Le finestre si aprono e si chiudono sul silenzio che si alza come un’alta marea. Rumore bianco. Effetto giorno. Ora legale. Effetto notte, poi da capo. Senza corpi nomadi e in movimento, strade, piazze e spiagge perdono di consistenza. Tanto silenzio e altrettanto vuoto pneumatico e distopico. Al momento, c’è quasi da dubitare che la luce esista ancora. Occorre una buona fotografia per certificarne l’esistenza. Nel silenzio d’intorno, sibilano le piattaforme digitali. Ciò di cui sono sicuro é che il buio esiste, in diverse gradazioni. Il buio, quel buio che sono io stesso come ex-vedente. In questo arteologico buio, faccio tutto quello che posso fare: bere, mangiare, fare la doccia, amare, dormire, rassettare, scrivere, fotografare per interposta persona. Solo i corpi possono riempire i vuoti, che siano vuoti integri o lasciati andare in rovina. Se Eraclito fosse ancora con noi, potrebbe dire che non solo non si può entrare due volte nella stessa acqua, acqua di fiume, di lago o di mare che sia ma anche che non si può entrare due volte nella stessa fotografia. Nel 1980, avevo anche dimostrato che per di più non si può entrare due volte nello stesso corpo, nella stessa sabbia e nello stesso specchio. “Cosa ne sarà di questi anni Ottanta e chi la scatterà la fotografia” - suonavano i juke-box. Nel corso di questa molteplice quarantena, non si può neanche entrare due volte nello stesso letto. Gli oggetti di casa, gli elettrodomestici, gli arredi, il mobilio, i lampadari, i televisori, le radio ci guardano con compassione, sgranando i loro occhi. UP - UP - UP. OP - OP - OP. UP AND DOWN - UP AND DOWN - UP AND DOWN. Ginnastica mentale e digitale. La migliore applicazione che conosco, rimane sempre l’immaginazione, compresa quella senza fili dei futuristi e dei surrealisti, per non dire dei dadaisti. Ascoltando queste immagini fotografiche, mi sembra di ritrovarmi a spasso in qualcuna delle Città invisibili di Italo Calvino. Essendo ex-vedente di antica data, gioco a rivedermi com’ero stampato in tante vecchie fotografie, fotografie di un passato più che passato, di un passato recente e di un passato che è ancora futuro. Tutto in memoria. Mi riconosco, con o senza mascherina e parlo con me stesso. Non posso riferire qui ciò che diciamo. È una modalità che mi consente di posare lo sguardo da qualche parte, così come succede in certe mie metamorfiche allucinazioni. Mi espongo alla luce di queste immagini in mostra, come se mi esponessi al sole per una abbronzatura. La vita è sogno e quando non è sogno, è teatro con o senza figure, anche fotografato. Sono immagini che aumentano la percezione e la realtà, anche quella aumentata, fatica a star loro dietro. Anche i fotografi, sono diventati Angeli del Focolare. L’Angelus Novus ci osserva e ci fotografa. Obbiettivi, specchi, visori, finestre, spioncini e binocoli sono modi di guardare e di vedere, nel dettaglio. Stand by me - by Ben. E. King. Stand by me - by Jhon Lennon.

Arteologo @ Cicci Borghi

€ 350,00Prezzo
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